Assistente sociale privato

La figura dell’assistente sociale viene ogni tanto vista con una certa ostilità, soprattutto da chi versa in condizioni disagiate: è quella che si fa i fatti suoi, che gli può portare via i bambini, che viene a casa a controllare come si vive, che si fa, che cosa mangiano i figli. Un’eterna minaccia, insomma. In realtà non è così (o non è sempre così). Forse si ha questo pensiero perché non si sa bene chi è e cosa fa l’assistente sociale. Questo professionista, che ha ottenuto una laurea e superato un esame di Stato, ha come missione aiutare chi è in difficoltà, che si tratti di un singolo, di un nucleo familiare o di un gruppo di persone, come adolescenti o immigrati. Il suo ruolo è quello di mettere nelle mani di chi vive ai margini della società per qualsiasi motivo (mancanza di risorse economiche o culturali, disagio familiare legato a situazioni di delinquenza o di tossicodipendenza, ecc.) gli strumenti per affrontare i suoi bisogni e per migliorare la sua condizione di vita. Un compito, dunque, davvero arduo, anche perché l’assistente sociale non si trova mai davanti due persone uguali: ogni assistito ha un suo mondo alle spalle, ha un vissuto diverso dagli altri, ha un contesto specifico, ha un modo di reagire tutto suo.

Assistente sociale: cosa fa?
L’attività dell’assistente sociale si svolge a favore di una vasta platea di utenti che vivono in condizioni di disagio economico e sociale. In particolare, questo professionista lavora soprattutto con:

  • minori;
  • tossicodipendenti;
  • soggetti con problematiche di tipo psichico;
  • disabili;
  • anziani;
  • immigrati;
  • persone che scontano una pena detentiva alternativa;
  • famiglie in difficoltà.

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