Nella categoria dei disturbi del comportamento confluisce una svariata gamma di condotte socialmente disfunzionali, quali aggressività, impulsività, oppositività e iperattività, che possono caratterizzare il comportamento dei bambini in età prescolare e scolare.
Tali problematicità comportamentali talvolta riguardano episodi isolati o delicate fasi evolutive temporanee; tuttavia, in alcuni casi, possono rappresentare il preludio a disturbi psicopatologici successivi.

Come si manifestano i disturbi del comportamento

Un bambino con disturbi del comportamento alla scuola dell’infanzia spesso viene definito iperattivo: fatica a rispettare le regole, a stare fermo, infastidisce, cambia continuamente attività e pare refrattario a qualunque rimprovero. Alla scuola primaria può diventare oppositivo, provocatorio o aggressivo verso i pari.
Quando le infrazioni alle regole sociali diventano frequenti è importante indagare gli aspetti psicologici e relazionali del bambino per prevenire l’insorgenza di problematiche maggiori. Si potrebbe trattare di un Disturbo di Attenzione/Iperattività (ADHD), di un Disturbo Oppositivo/Provocatorio (DOP) o di un Disturbo della Condotta (DC).

Come si interviene in questi casi?

Le origini dei disturbi del comportamento possono essere di diversa natura. Per elaborare strategie di intervento efficaci, è necessaria un’attenta osservazione di questi comportamenti, così da comprenderne a fondo le cause e individuare le risorse più adatte da mettere in campo.
L’équipe dell’Associazione Progetto Futuro per l’Età Evolutiva opera concertando l’esperienza dei suoi professionisti nell’intento di favorire un adattamento resiliente del bambino con disturbi comportamentali nei suoi diversi contesti di vita (familiare, scolastico, sociale, etc.), a partire dalle sue potenzialità.
La valutazione delle difficoltà comportamentali del bambino si articola in una serie di colloqui, nella compilazione di questionari e nella somministrazione di prove specifiche. L’intervento prevede il coinvolgimento del bambino e soprattutto degli adulti di riferimento (genitori e insegnanti) al fine di costruire alleanze e contratti comportamentali.