Per Disturbi emotivi e relazionali si intende l’insieme di disagi e difficoltà che bambini, ragazzi e giovani adulti possono sperimentare nel fare i conti con la propria dimensione emotiva, affettiva e relazionale.
Alla base di gran parte di questi disturbi spesso ci sono le rappresentazioni disfunzionali di sé e del mondo circostante che l’individuo si crea, partendo dalla tendenza a ingigantire gli aspetti negativi della realtà, con rigidità e poca flessibilità di pensiero.
I soggetti con disturbi emotivi e relazionali spesso nutrono scarsa autostima, assumono atteggiamenti oppositivi e di rifiuto, si sentono impotenti e spesso sperimentano ansia e rabbia.
Quali sono i segnali?
Situazioni che accomunano diverse tipologie di disturbi emotivi e relazionali sono:

  • la difficoltà di separazione dai genitori
  • la difficoltà di socializzazione con i coetanei e la ricerca di un rapporto esclusivo con l’adulto
  • la difficoltà nella gestione delle emozioni: inibizione emotiva o eccessiva irrequietezza
  • alcuni sintomi psicosomatici quali nausea e mal di stomaco, mal di testa e disturbi del sonno
  • prepotenze e prevaricazioni nei confronti dei compagni
  • l’ansia scolastica e l’ansia da prestazione
  • isolamento, mancanza di interesse, chiusura, emarginazione
  • episodi frequenti di rabbia e aggressività come reazione alla frustrazione e alla costrizione, sia fisica che psicologica
  • apatia come diminuzione o assenza di qualsiasi reazione emotiva di fronte a situazioni, eventi della vita di tutti i giorni

Come intervenire

I disturbi emotivi e relazionali possono emergere nel contesto scolastico, a partire dalla scuola dell’infanzia, o comunque in ambienti di socializzazione extra familiari. Non di rado sono gli insegnanti a portarli all’attenzione dei genitori che spesso si trovano di fronte a descrizioni incongruenti rispetto all’esperienza che hanno dei propri figli.
Sottoporre il quadro generale nella sua complessità a un’équipe di specialisti come quella della Associazione Progetto Futuro è utile ai genitori per comprendere la situazione e a individuare il percorso terapeutico più idoneo per il proprio figlio.